martedì 27 aprile 2010

Chapter 35 - Yamon Yamon - This Wilderlessness / Natalie Merchant - Leave Your Sleep / Melvins - The Bride Screamed Murder

Il meglio delle uscite musicali di questi ultimi 10 giorni mi viene difficile da recensire.
Ho avuto modo di imbattermi su un pò di musica elettronica, ed anche se è esaltata dai media di mezzo mondo internauta, è un genere che non mi tira più di tanto (per gli amanti del genere vi cito i Flying Lotus, Booka Shade, Crystal Castles), anzi mi sono fatto due palle grandi quanto un universo.
Ma non tutto il male viene per nuocere e quindi sono andato a riascoltare alcune cose che avevo insignificatemente tralasciato.
E così casualmente sbatto le orecchie su un gruppo, questi Yamon Yamon, che con il loro indie rock pop e quant'altro ci si voglia mettere, si fanno ascoltare.
Infatti, se si ha un pò di fantasia, attraverso la rete, si possono fare delle belle scoperte musicali.
Della serie meglio tardi che mai, mi trovo ad ascoltare l'album in oggetto che è This Wilderlessness che con tanto di orso in copertina che porta in mano una sorta di mirrorball arboreo ed arbustivo della flora spontanea svedese, ci rimanda con Wang Lee (il brano che mi ha dato l'impulso ad ascoltarli)ai primi Pavement. La curiosità è stata talmente tanta da metterli sul mio mp3 ed in un men che non si dica, a preferirli all'ultimo lavoro dei Broken Social Scene, il buono e niente più Forgiveness Rock Record.
Fuori tempo massimo ed invaghito da questo sconosciuto gruppo vado a cercare notizie sul gruppo.
Il lavoro su questo Wilderlessness inizia alla fine del 2008 e ha preso la band svedese di Stoccolma per quasi 12 mesi a lavorare sulle registrazioni.
Uscito a gennaio del 2010, gli sforzi di questo lavoro sono del cantante / chitarrista Jon Lennblad, del batterista Christoffer Öberg-Runfors, bassista John Sjöberg e il chitarrista Anton Toorell è tutto. E 'un disco indie-pop puramente lo-fi per quanto riguarda la produzione la fi-lo-sofia. Fast Walker è là a ribadire il loro talento che mi ritrovo ogni volta alla conclusiva High Class ad avermi bevuto il loro disco d'esordio in un battibaleno.
Diventeranno famosi? 3 stelle piene.

Cambio genere e sempre sul mio personalissimo lettore musicale avevo lasciato stranamente in un angolo remoto un disco che stavo per cancellare.
Mai giornata uggiosa è stata fatale.
Natalie Anne O'Shea Merchant ai più magari non può dire niente, ma se il nome lo abbreviate in Natalie Merchant vi riporterà in mente i 10,000 Maniacs dei quali lei era la cantante. Abbandonato il gruppo nel 1993, per cercare il successo come solista si era ritrovata ad essere paladina del folk di nicchia e a cantare e collaborare insieme a molti artisti, tra i quali Michael Stipe, Susan McKeown, David Byrne, Tracy Chapman, Peter Gabriel, Billy Bragg e i Wilco. I suoi lavori hanno toccato tematiche politiche e sociali e sostenuto associazioni e progetti come Amnesty International e l'American Indian Movement sia con le sue canzoni che prestandosi come testimonial. Tutto questo in vent'anni di onorata carriera e cinque album in studio. Ora nel 2010, dopo 7 anni dal suo ultimo lavoro solista si ritrova a partecipare a "Here Lies Love" di David Byrne e Fatboy Slim, concept album sulla vita di Imelda Marcos, nel quale Natalie Merchant ha cantato "Order 1081" e sorprendente costruisce un abum Leave Your Sleep dove tocca brillantemente tutti i generi: cajun, bluegrass, reggae, musica antica,jazz, musica da camera e rhythm and blues, ma anche folk celtico, balcanico, cinese e qualsiasi cosa voi ci vogliate "sentire".
Ragazzi, asoltatelo e non fate i prevenuti. Stiamo parlando di un capolavoro. Di uno di quei dischi che non ci faranno scordare questo 2010. Ero sciaguratamente prevenuto. Mi son dovuto ricredere. Non c'è un brano che emerge, perché tutte le 26 canzoni vi ruberanno il cuore e l'anima. "Il progetto più complesso che io abbia mai portato a compimento o immaginato". Infatti, la registrazione ha coinvolto più di cento musicisti e i testi delle canzoni sono stati scelti da Natalie Merchant tra canzoni popolari e composizioni di poeti di epoca vittoriana, oltre ad autori contemporanei, tra cui Ogden Nash, Edward Estlin Cummings, Robert Louis Stevenson, Christina Rossetti, Edward Lear, Gerard Manley Hopkins e Robert Graves. Solo persone aride di sentimento potrebbero ignorare questo lavoro. Quasi 5 stelle.

Ed ora "grasso di motore".
E' così che io identifico quel genere che mischia il punk col metal e lo stoner rock.
E chi mejo de loro possono interpretare questo "grasso" sound. Ora sono loro che, col 25esimo anno di discografia da santificare, mostrano i denti ed è uno dei mejo lavori degli ultimi anni. Dimenticavo, stò parlando dei Melvins paladini del Grunge prima che il Grunge fosse portato alla ribalta dai Nirvana con Nevermind, e per ammissione del compianto Cobain, fans degli stessi.
Questo loro ultimo lavoro non può storcere il naso ai fans del gruppo e rispetto a l'ultimo è di gran lunga meglio.
......"we are ready" cantano nel brano di apertura e aprono il secondo con lo stesso giro del primo brano a far da collante alle chitarre metal.
Il disco si fà sempre più sperimentale e questo The Bride Screamed Murder sembra somigliare sempre più ad Houdini, il loro capolavoro. Pig House è classica e coinvolgente, le batterie avvolgenti, caratteristica di questo loro terzo disco come un quartetto. Infatti ai loro fondatori Buzz Osborne e Dale Crover sono stati aggiunti dai Big Business 'Coady Willis e Jared Warren da tre album a qusta parte.
Raga, mi trovo al 5 pezzo e ci trovo un giro di basso che farebbe impazzire Mike Watt, Electric Flower è da brividi e la seguente Hospital Up è da spavento con tanto di giro jazzy e quella chiave di Cure che ci ricorda l'intro di Close to Me. Una scarellata di Inhumanity and Death (ferro-cissima) per arrivare a My Generation, dove coverizzano con un blues alla Zeppelin il classico degli Who, peraltro loro cavallo di battagli nei loro live act. P.G. x 3 saluta l'album con un approccio experimental ed io me lo riascolto, ed io me lo riascolto, ed io me lo riascolto, ed io me lo riascolto......four.....four.....four.....four......4 stelle.

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martedì 13 aprile 2010

Chapter 33 - So Cow - Meaningless Friendly / Peter Wolf - Midnight Souvenirs / Woods - At Echo Lake


Stò cercando, per quanto possibile, di dare una cadenza almeno settimanale alle recensioni, anche se bei dischi non se ne sentano tanti in giro, ma almeno qualcosa di accettabile cerco per il mio personalissimo gusto di recensire. Parto da uno dei migliori esordi del 2009, che quest'anno si propone con un nuovo lavoro dopo essere stato sempre in tour. Lui si chiama So Cow (nella vita reale, Brian Kelly) ed è irlandese. Ha vissuto qualche anno in Corea dove faceva l'insegnante d'inglese alle elementari prima ed all'università poi, ora fa il giramondo con la sua musica. Ho conosciuto il suo album d'esordio omonimo l'anno scorso e me ne sono invaghito. Un po' di Jeffrey Lewis e un po' di Jonathan Richman, si dice che l'anno scorso avesse come backing band un lettore mp3, quest'anno invece fa sul serio in trio. Rispetto all'esordio non ha perso la grinta e la fantasia nel scrivere gemme pop, anzi maturato. Amante dei Beatles e Hitchcock(Robyn), alle prime sono rimasto un pò perplesso da come suonava Meaningless Friendly ma come nel precedente, ascolto dopo ascolto sono stato ri-rapito dal suo pop sghembo. Un consiglio, non fermatevi ai primi 3 brani ma ascoltatelo tutto e vi verrà la voglia di cercare anche l'esordio. Sarà nuovamente in Italia a Maggio. Grande. Amatelo. Quasi 4 stelle.
Passiamo ora ad un sottovalutato artista americano Peter Wolf (nato Peter W. Blankfield, il 7 marzo 1946) è un rock and roller americano, conosciuto come il cantante della J.Geils Band dal 1967 al 1983. Nativo nel Bronx N.Y.C., in questa sua nuova fatica da otto anni a questa parte, ci dispensa gocce di blues, rock e soul solo come lui sà fare. Se non lo conoscete è il momento di apprezzare questo 64enne con lo Stones-style e i suoi splendidi duetti che colorano quest'album.
La sua carriera musicale è iniziata nella scuola elementare, quando ha suonato il triangolo nella banda della sua scuola. Sua nonna si era esibita nel teatro yiddish, il padre aveva fatto il giro del circuito di vaudeville e lavorato al Tanglewood Music Festival, e sua sorella ballato per l'Alan Freed's show. Autore di Sleepless, nominato tra i 500 album del Rock dalla rivista Rollin Stone e dopo aver suonato col gota del Rock americano, ce lo troviamo nel 2010 con questo godibile disco. "L'amore uccide il tempo e il tempo uccide l'amore", canta Peter Wolf su Midnight souvenir, ma questo nuovo album delizioso rende chiara una cosa: nulla può uccidere il suo fascino, mostrando le virtù che hanno reso l'opera di Wolf un piacere a 16 anni come cantante con la J. Geils Band e dopo sette album da solista dal 1984. Lui è un cantante eccezionale, l'impresario appassionato del proprio mondo musicale, condividendo il suo amore per il country, soul e R & B con chiunque lo voglia ascoltare."The Green Fields of Summer" è una canzone acustica sorprendente dove Wolf e Neko Case trasudano bellezza autunnale. "Tragedy" suona come una Stones ballad, con Wolf che modula la sua voce su un groove sciolto, mentre la cantante country Shelby Lynne si trasforma in cuore malato di soul. "Thick As Thieves" è un country blues "The Night Comes Down" è dedicato alla memoria di Willie DeVille scomparso lo scorso agosto. Su "It's Too Late for Me", in duetto con Merle Haggard, è 'una ninna nanna spensierata sul passare del tempo che potrebbe essere stata scritta negli anni '50. Forse il suo miglior album solista. Ascoltatelo. Più di 3 stelle.
Dopo il pop ed il blues passiamo alla psychedelia americana. Vado ad azzardare il successo ai Woods con il loro quinto lavoro At Echo Lake. Qui parliamo di un album puramente 60-oriented come succede da qualche tempo a questa parte negli USA. Loro provengono da Brooklyn e dopo l'esordio a metà anni 2000 ci ripropongono il loro inconfondibile sound fatto di folk alternativo e musica freak con meno rumore rispetto agli esordi. Quì il loro suono e forse più pulito, per quanta pulizia ci possa essere in una band che ha fatto della bassa fedeltà il cavallo di battaglia. Il
cantante / chitarrista e proprietario dell'etichetta Jeremy Earl ha creato un suono molto vicino ai Grateful Dead di "Dark Star" con un brano, " From The Horn " che posso paragonare alla Eight Miles High in versione strumentale del 2010. Band mai entrata nel circuito importante ma adorata da uno stuolo di fans internauti, meriterebbe almeno un attento ascolto da qualche buontempone nel nostro Belpaese. Fidatevi. Almeno 3 stelle.

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giovedì 8 aprile 2010

Chapter 32 - Young Heretics - We Are The Lost Loves / Hacienda – Big Red and Barbacoa / Estereotypo - Love Your City


Poche notizie ma importanti, per identificare questo duo, formato da Matthew Wright, meglio conosciuto per il suo lavoro con i The Getaway Plan, rock band alternativa formatosi nel 2004 a Melbourne, Victoria, Australia, scioltasi definitivamente dopo un album ed una manciata di singles e demos. Nonostante il loro crescente successo, hanno annunciato la loro fine nel febbraio 2009, così ogni membro è passato così ad un nuovo progetto musicale. Così il giovane Matthew, messo da parte il progetto Getaway Plan all'apice del loro successo in Australia con l'album "Other Voices, Other Rooms", si è preso il posto del passeggero qui, però, con la splendida voce di Kitty Hart a prendere il duo indie per le orecchie di Melbourne, in Australia, e senza dubbio, per un tempo più lungo. Young Heretics è un progetto alimentato da pianoforte e batteria elettrica, e sopratutto senza i riff di chitarra heavy-radiofonico che distingueva il disco del gruppo. Si tratta, come suggerisce il titolo dell EP di fine 2009, " musica per sognatori". We Are The Lost Loves parte con la lenta e sognante Animal War con un cantato che ci ricorda le migliori cose di Bjork. Bones of a Rabbit , Dark Prince , Noah's Ark i brani che rimangono impressi con il pianoforte come strumentazione essenziale o solo accompagnamento di chitarra fino al finale cabaret di Trapperkeeper. Si possono paragonare a dei Dresden Dolls più calmi. Da ascoltare. 3 stelle.

Big Red & Barbacoa è invece il secondo album degli HACIENDA da San Antonio, Texas,
Stati Uniti, e come il suo predecessore Loud Is the Night , è stato prodotto da Dan Auerbach dei The Black Keys. Registrato alla coda del loro tour di fine anno tra club e festival in tutto il Nord America, Australia ed Europa (apertura per Dan Auerbach e Dr. Dog), questo nuovo album porta con sè quel "groove" pesante e il sapore di anni '60, timbro inequivocabile della band. Il risultato è una miscela di rock Tex-Mex , retro-pop e R & B che può solo essere descritto come South Texas Soul. BIG RED & BARBACOA cattura l'attitudine di una band pronta a suonare rock'n'roll, ... un mix di armonie dei Beach Boys, classici Stax Records groove e un suono di chitarra che ricorda il lato pop-rock anni '60 con le sue melodie, giri classici e spavalderia irresistibile. Gli Hacienda scrivono canzoni pop eccentrico e le suonano con spruzzi di T. Rex e Beach Boys. Dan Auerbach ha prodotto il disco con una jam fatta in cucina e gli echi ricavati nel bagno come una versione Texas di Paul McCartney del 1970 debutto solista fatto in casa. Rispetto al loro esordio meno Beatles e più Beach Boys, The Band e Gram Parsons. E dire che il loro lato migliore è quello dal vivo. Da avere. Quasi 4 stelle.

Infine arriviamo in Europa per recensire un gruppo spagnolo di rock indie ed electro fondato nel 2007 in quel di Santander. Estereotypo sono una delle scoperte più importanti del Rock indipendente cantabrico. Quello che chiamano "road-show di rock e dance" ha richiamato migliaia di persone nel loro Tour 2009, grazie al loro precedente album JOIN THE ELECTRO FUNKY PARTY! a partecipare alle feste!. Un successo su Internet ed il loro MySpace è visitato al ritmo di 1000 al giorno. Con una reputazione e un esercito di fans costruito su una forza che non delude dal vivo, stanno diventando un fenomeno emergente, e meglio di tutti, divertente.
Love Your City è il titolo scelto dal trio per il loro secondo. Questo nuovo disco, masterizzato da Mike Marsh (Chemical Brothers, Phoenix ...) presso lo studio di Londra The Exchange, raccoglie undici canzoni che suonano potenti, dirette e dancefloor solo come i loro padrini sapevano fare (dai Devo ai Franz Ferdinand). Una squisita e divertente fusione di indie-rock con la musica elettronica che fa degli Estereotypo una delle cose più interessanti e innovative del momento. 3 stelle e 1/2.

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venerdì 2 aprile 2010

Chapter 31 - Sharon Jones & The Dap Kings - I Learned The Hard Way / Eli Paperboy Reed - Come And Get It / Baustelle - I Mistici dell'Occidente


In modo diverso, mi trovo a recensire una serie di dischi che si rifanno agli anni 60/70, cioè al soul, blues e quindi al r'n'b più classico. La loro specificità non ne pregiudca la qualità. Insomma per questa Pasqua ci facciamo un tuffo nel passato.
Il primo disco è quello di Sharon Jones che con i suoi The Dap Kings sforna I Learned The Hard Way, disco buono ma non eccelso se confrontato col precedente 100 Days, 100 Nights (disco blues del 2007).
Intanto, giusto per intenderci, stiamo parlando della fuoriclasse del soul, paragonabile ad Etta James o Aretha Franklin degli anni 2000, e può vantare collaborazioni col calibro di David Byrne, Rufus Wainwright, Lou Reed, Booker T e Michael Bublé, capito?
Questo quarto lavoro della nostra amata, registrato su un otto piste in analogico a Brooklin ai Daptone Records’ House of Soul studios, ci riporta dritti dritti a quei dischi sixties-seventies più vicini al King of Soul sua Maestà James Brown, con tanta anima e sudore da poter strizzare il nostro cd da poterci lavare i pavimenti di casa. I Dap Kings fanno un lavoro egregio, vi ricordate "Rehab" e "You Know I'm No Good" di Amy Winehouse? I session-man erano loro, e portano a casa la vittoria senza fatica. Meno funky e più soul rispetto ai precedenti, ma supera abbondantemente le 3 stelle.
Il secondo disco di oggi è Come And Get It di
Eli "Paperboy" Reed star maschile del soul americano odierno.
Eli Reed ha iniziato a suonare adolescente nella natia Boston e attraverso un incontro casuale, si trasferì subito dopo la scuola fino a Clarksdale nel delta del Mississippi a lavorare al leggendario WROX , stazione radio dedita al blues. Mentre a Clarksdale ha suonato nei vari locali, tra cui il Delta Blues Museum, lì i veterani brizzolati gli hanno coniato il suo "nickname Paperboy come Reed, spiega," ho usato questo cappello, di mio nonno, che ora è in pensione. Tutti in Clarksdale avevano un soprannome. Mi hanno dato quello ed ora rimane attaccato con me ". Presto si trasferì a studiare a Chicago dove ha ampliato la sua tavolozza musicale suonando la Domenica mattina dietro l'organo in una chiesa minuscola al South Side di Chicago, prima, e pieno di fiducia si trasferisce a New York City e fu presto headliner dei club più cool di Brooklyn con la sua banda che spolverava r'n'b rovente. Dopo due album, Reed ha raggiunto il successo ricevendo una nomination agli Awards 2009 Mojo nel Regno Unito. Ed ora arriva il primo lavoro presso una Major, la Capitol Records negli Stati Uniti e Parlophone Records nel Regno Unito.
Il lavoro è già una spanna superiore ai precedenti e sprigiona tutto quel suono vicino ai grandi del passato, vedi Sam Cooke, Otis Redding, Wilson Pickett e James Brown
"Per me" dice Reed, "è il solo modo che conosco di scrivere canzoni pop. Queste sono il genere di artisti che sono stato influenzato e queste influenze sono una grande parte di ciò che faccio. Quando prendo in mano una chitarra per scrivere una canzone, è così che viene fuori. Non sto cercando di mettere su qualche cosa di nuovo, questo è quello che viene fuori, questo è ciò che accade, non posso cantare in qualsiasi altro modo. " 3 stelle.
Ed infine arriviamo a casa per parlare di pop. Incredibile ma vero, i Baustelle con "I mistici dell'occidente" fanno finalmente centro. I nostri toscani finalmente escono da eterne promesse e sfornano un bel disco. Era ora, devo dire che per la musica italica (ed anche per loro) oramai temevo il peggio, speriamo che ci sia una rinascita come negli anni ottanta dove si era creato un movimento che ci aveva portato in maniera diversa ad apprezzare sia i Litfiba che i CCCp. Devo dire che il precedente lavoro dal titolo Amen, anche se vincitore di cotanto Targa Tenco 2008, non mi era piaciuto, infatti il titolo per me era sia di nome che di fatto. I testi intelligenti ora si sposano a varie sfaccettature di musica pop, toccando i vari generi dal beat al pop-rock ed alla canzone d'autore in maniera perfetta grazie al lavoro di Pat McCarthy, già al lavoro con REM, U2 e Madonna (visto cosa vuol dire un produttore con i controconigli?). Non mancano anche i momenti decadenti ma almeno è un album italiano digeribile. Quasi 3 stelle di stima.

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